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La crociera dell’Admiral Kuznetsov

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Fonte:   Dedefensa.org Bloc-Notes, 29 novembre 2011

Nota del Traduttore:

A Tartus, contrariamente a quanto dice l’articolo, non vi sono oggi, navi russe. La fregata Ladnij, che appartiene al MGB, ministero degli interni, dopo un breve sosta a Tartus, si reca in Mar Nero, e non a Gibilterra ad incontrare la Kuznetsov, poiché quest’ultima giungerà nelle acque siriane nella Primavera del 2012. Per quanto riguarda la portaerei Bush, essa proveniente dall’Oceano Indiano, ha attraversato il canale di Suez, per andare ad attraccare, il 25 novembre, a Marsiglia, in Francia.

 

Le cose si mettono bene… Un anno fa, si era deciso, proprio per il prossimo periodo di questo inizio dicembre, una visita della portaerei Admiral Kuznetsov, con il suo gruppo di battaglia (due navi di scorta) in Siria, a Tartus, che risulta essere un porto e anche una base per la flotta russa. (L’unico approdo navale della flotta russa nel Mediterraneo.) Lo prova, dicono fonti della marina russa, che altre visite sono previste, oltre a Tartus, a Beirut, Genova, Malta e Cipro. Cosa di più rilassante e più amichevole, come ci dice Russia Today il 28 novembre 2011.

Questa scrive, dobbiamo riconoscere che “le cose si mettono bene“. L’ammiraglio Viktor Kravchenko, che comanda il gruppo di battaglia non lo nega. “Tuttavia, aggiunge che la presenza di una forza militare oltre alla NATO, è molto utile per questa regione, perché impedirà lo scoppio di anni di conflitto armato“, avrebbe detto Kravcenko alle Izvestia.

L’Admiral Kuznetsov, si trascina un po’. Viene dal Mare di Barents, con l’Admiral Chabanenko, un incrociatore pesante anti-sommergibile. Le due navi effettueranno il tour dell’Europa occidentale fino allo stretto di Gibilterra, arriveranno nel Mediterraneo quando saranno raggiunte dalla fregata Ladnij, della Flotta del Mar Nero. Al termine della crociera, dopo lo scalo centrale di Tartus, passeranno il Bosforo. Nessun danno sarà fatto, l’Admiral Kuznetsov è registrato come “incrociatore portaerei lanciamissili” e non “portaerei” o “portaeromobili“, il cui passaggio è vietato dalla Convenzione di Montreux e, in ogni caso, la Turchia non ha certo intenzione di fare la misera con le navi russe. (Vedasi la versione inglese di Wikipedia relativa alla convenzione, molto più esplicita di quella francese.)

Resta che l’Admiral Kuznetsov trasporta otto caccia multiruolo Sukhoi Su-33 estremamente potenti, una significativa dotazione di MiG-29K da intercettazione e combattimento aereo, due elicotteri Kamov Ka-27 e un armamento navale fisso assai pesante (12 missili superficie-superficie anti-nave Granit, due sistemi ASM UDAV-1, un sistema missilistico superficie-aria Kinzhal e otto batterie di cannoni da difesa aerea ravvicinata Kashtan).

Aggiungiamo qualche altro dettaglio politico e strategico, tra cui alcune parole dell’ammiraglio Kravchenko, con una interessante precisione finale, sottolineato in grassetto da noi.

Notizie dello spiegamento navale russo a Tartus giungono poco dopo che la portaerei a propulsione nucleare statunitense USS George HW Bush sia al largo della Siria, insieme a ulteriori navi da guerra. Il Battle Group degli Stati Uniti rimarrà nel Mediterraneo, presumibilmente per condurre operazioni di sicurezza marittima e missioni di supporto nell’ambito delle operazioni Enduring Freedom e New Dawn. La sesta flotta degli Stati Uniti pattuglia la zona, riferisce Interfax. Naturalmente, le forze navali russe nel Mediterraneo non saranno commensurabili a quelle della sesta flotta degli Stati Uniti, che include una o due portaerei e diverse navi scorta“, ha spiegato l’ammiraglio Kravchenko. “Ma oggi, nessuno parla di possibili scontri militari, poiché l’attacco a una nave russa dovrebbe essere considerata come una dichiarazione di guerra, con tutte le conseguenze.”

L'”avventura” del gruppo di combattimento dell’Admiral Kuznetsov, diventa interessante e più complessa rispetto a quanto previsto, poiché il nuovo movimento della portaerei è avvenuta senza fornire ulteriori dettagli. Questa notizia ha causato uno “choc di comunicazione” sufficiente a rendersi conto che ora intorno alla Siria vi è una situazione di potenziale scontro tra due potenze nucleari e non, come è stato finora, un campo lasciato completamente libero alle forze strategiche di supporto al blocco BAO (principalmente navale e degli Stati Uniti, nel caso). Questo situazione, naturalmente, esiste senza che l’Admiral Kuznetsov, e due o tre navi russe siano a Tartus, con forse, o probabilmente, con capacità di ECM (contromisure elettroniche) e dopo, forse o probabilmente, aver consegnato batterie di missili S-300 alla Siria. Queste navi sono una efficace presenza strategica di una potenza nucleare ostile all’intervento del blocco BAO, ma la loro presenza non ha avuto impatto reale nella comunicazione. A causa della immagine di potenza centrale strategica collegata ad una nave da attacco come una portaerei, l’annuncio del viaggio della Admiral Kuznetsov, ha avuto questo impatto nella comunicazione – che è qualcosa di assolutamente essenziale nell’equazione del potere di oggi. L’annuncio, non l’arrivo effettivo, è sufficiente per questo, perché non c’è dubbio che l’Admiral Kuznetsov, gioca un ruolo attivi in ogni eventuale intervento straniero in Siria, in una situazione di confronto con il blocco BAO. Infatti, si tratta di comunicazione, non di una vera e propria disposizione strategica. Le dichiarazioni dell’ammiraglio Kravchenko completano la narrativa della comunicazione, dando tutte le garanzie rassicuranti circa le intenzioni dei russi, ma termina con l’osservazione che se le navi russe (l’Admiral Kuznetsov, ma anche quelle già a Tartus), non sono lì per un confronto armato, resta il fatto che qualsiasi attacco contro una nave russa è un atto di guerra “con tutte le conseguenze” di un atto di guerra; una battuta che ha un senso estremamente pesante da parte di una potenza con un arsenale nucleare, come la Russia.

… In un certo senso, i russi stanno cercando di giocare in vantaggio della Siria, un sostituto del deterrente nucleare che la Siria non ha. Poiché sappiamo che un Paese con armi nucleari è praticamente protetto contro ogni attacco dal blocco BAO, la Russia piazza le navi (quelle di Tartus, in particolare), sia per una missione militare precisa ma passiva, sia (nel caso dell’Admiral Kuznetsov), per una missione che richiede un’alta visibilità che obblighi i pianificatori del blocco BAO a considerare la possibilità di una “gaffe” che coinvolgesse una nave russa, e che costituirebbe un “atto di guerra” contro una potenza nucleare. Le opportunità di azioni antiaeree passive delle navi (capacità di interferenze elettroniche) e la fornitura ai Siriani di S-300 completerà il dispositivo. L’intervento passivo o indiretto dei russi è un dato operativo complesso per le forze del blocco BAO (la paura degli USA per gli S-300 è proverbiale), pur mantenendo i russi stessi pericolosi fuori dal cerchio di provocazione diretta.

Pertanto, si capisce che l’Admiral Kuznetsov non si affretta oltre misura. L’effetto della comunicazione che, speriamo, sia un efficace deterrente sul posto, intorno alla Siria, con l’annuncio del viaggio del gruppo di battaglia; l’interesse politico dei russi (sempre per la comunicazione) è piuttosto quello di prolungare il tempo di questo viaggio, e di mettere in prospettiva i termini di una “crociera” pacifica, per non drammatizzare la situazione e portare avanti un’azione politica contro qualsiasi intervento straniero in Siria. (L’ultima in corso è una proposta di mediazione nella crisi siriana, accettato dai siriani.) I russi sperano di bloccare temporaneamente la situazione militare, per contrastare ogni velleità d’intervento. Il tempo ci dirà se il blocco è sufficiente – cosa che non è garantita – ma in ogni caso la manovra, un misto di forze effettive, azione politica misurata e soprattutto comunicazione, è stata condotta brillantemente ed efficientemente. (E lo è stata, precisione non priva d’interesse, con l’implicita approvazione del BRICS, che ha firmato una dichiarazione che chiede d’impedire qualsiasi intervento militare straniero in Siria.)

In modo generale e piuttosto economico, i russi hanno dimostrato che il blocco BAO non ha più la garanzia di intervenire dove vuole, secondo la strategia di BHL ora seguita senza gravi interferenze e senza, in alcuni casi, correre un rischio che potrebbe essere legato al confronto di una situazione che si potrebbe definire come una sorta di tecnica della “deterrenza nucleare itinerante.” (La cosa ha più o meno funzionato, di fatto, parzialmente in vari conflitti secondari durante la Guerra Fredda. Fu la presenza russa -Sovietica al tempo- che ha limitato gli attacchi degli Stati Uniti sul Vietnam del Nord, compresa l’istituzione di aree off-limits per gli attacco aerei statunitensi nel 1965-1968 contro il porto di Haiphong (assieme alla capitale Hanoi), dove passava la maggior parte del massiccio aiuto militare sovietico al Vietnam del Nord, per paura di toccare l’una o l’altra nave sovietica lì ancorata, a scaricare le loro attrezzature, causando una grave crisi con l’URSS. Queste limitazioni erano, secondo i militari statunitensi, e perché Haiphong svolgeva un ruolo centrale nell’equipaggiamento per la guerra in Vietnam del Nord, la causa principale del fallimento dell’offensiva aerea strategica del 1965-1968, e del fallimento totale degli USA nella guerra del Vietnam).

Compiuta la sua missione di comunicazione e, eventualmente, “deterrenza nucleare itinerante“, l’Admiral Kuznetsov, può effettivamente prendere tempo e navigare lungo le coste dell’Europa. Serve anche a ricordare agli europei, che il loro partner russo è anche una potenza militare, che può svolgere un ruolo nel caos globale sviluppato dal blocco BAO. I russi lo ricordano ai tedeschi, che hanno una cooperazione economica con la Russia, e i francesi, che hanno dato tanta importanza, compresa importanza strategica, alla vendita della portaelicotteri Mistral alla Russia. Siamo così condotti a concludere che si potrebbe vedere, un giorno, l’Admiral Kuznetsov, insieme una portaelicotteri Mistral, stazionare di fronte a un paese dove il maresciallo BHL richiederebbe un intervento delle forze franco-sarkozyste. La cosa non mancherebbe di sale marino.

 

[Traduzione di Alessandro Lattanzio http://aurorasito.wordpress.com]


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